Enea: con il meccanismo ecobonus sono stati investiti 39 miliardi di euro in efficienza energetica, di cui 3,3 soltanto nel 2018
Risultati incoraggianti quelli che emergono dall’ottavo Rapporto annuale sull’efficienza energetica di Enea presentato insieme al Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici.
Un trend positivo anche per il conto termico, principalmente destinato per l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, che nel 2018 fa un bel salto in avanti del 115 per cento con 93 mila richieste totali e un incremento delle incentivazioni del 90 per cento ottenute a 190 milioni di euro. Il Programma di Riqualificazione Energetica della pubblica amministrazione centrale ha raccolto 100 proposte progettuali per un valore di 177 milioni di euro. Inoltre i cosiddetti certificati bianchi, che incentivano l’efficienza delle imprese, hanno permesso di importare meno energia elettrica e gas naturale per 14 milioni di megawattora che si traduce in un risparmio di 400 milioni di euro sulla fattura energetica nazionale. Risultati che “confermano l’efficienza energetica come una leva efficace per ridurre la spesa per l’energia di famiglie e imprese” dichiara il presidente di ENEA Federico Testa.
Nel 2018 i tre quarti delle domande di ecobonus per interventi nelle parti dei comuni dei condomìni hanno riguardato la riqualificazione energetica dell’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 % della superficie (detrazione del 70 %) e un quarto il miglioramento delle prestazioni energetiche invernali ed estive (detrazione del 75 %). A questo si aggiunge l’avvio dei primi interventi per accrescere la sicurezza sismica, che prevede una detrazione che oscilla dall’80 % all’85 %, in base della riduzione della classe di rischio.Mettendo sotto la lente d’ingrandimento i dati sull’ecobonus del 2018, i risultati indicano che le famiglie italiane hanno effettuato oltre 300 mila interventi in efficienza energetica. Interventi che riguardano principalmente la sostituzione di serramenti con una spesa che si attesta a 1,2, cifra poco inferiore per isolare le pareti e i solai, mentre sono 800 i milioni destinati all’installazione di caldaie a condensazione e pompe di calore per riscaldare le abitazioni nei mesi invernali. Emerge come il 77 per cento degli investimenti, somma pari a 2,56 miliardi, riguarda edifici costruiti prima degli anni ottanta. Nello specifico 1 miliardo destinato all’edilizia degli anni sessanta.
Le ricerche dimostrano che in Europa il 40 per cento dei consumi energetici e il 36 per cento delle emissioni è attribuibile al solo parco edilizio. La causa è la caratteristica degli immobili, che risalgono a prima degli anni settanta, soprattutto nel nostro paese per oltre la metà. Un focus è dedicato anche alla povertà energetica che in Italia coincide tra il 2008 e il 2018 con l’aumento dei prezzi del 35 per cento contro il 9 per cento della media europea. Povertà energetica che va affrontata con politiche precise, perché le famiglie a basso reddito risiedono in abitazioni di scarsa qualità e non hanno la possibilità di intervenire sull’efficienza degli impianti. “Accelerare la riqualificazione degli edifici comporta ricadute positive sull’ambiente, l’economia e l’occupazione”, evidenzia il presidente di Enea.
Fonte: La Stampa