Nella capitale alcune associazioni raccolgono firme per vietare la circolazione ai motori a scoppio, nel frattempo i Verdi propongono una tassa sull’anidride carbonica. Il Paese deve scegliere come gestire la transizione energetica in un momento in cui non riesce più a vendere auto. La stretta sulle emissioni è una delle cause principali, ma ora le case puntano proprio sull’elettrico per ripartire
Dopo Londra, Costanza e Basilea anche Berlino prova a dichiarare l’emergenza climatica. Grazie a una petizione popolare, un manipolo di associazioni sta cercando di raggiungere le firme necessarie a far discutere il senato cittadino sull’argomento. Lo scopo è quello di avere una città completamente libera dalle auto, dove solo i mezzi pubblici, quelli elettrici e le biciclette possano circolare liberamente. Basteranno 20mila firme e nonostante sia iniziata solo il 4 maggio, la raccolta sta riscuotendo molto successo nella capitale tedesca.
Tutto questo accade mentre la politica tedesca discute della possibile introduzione di una tassa sull’anidride carbonica, proposta dalla leader dei Grünen (i Verdi), Annalena Baerbock, che vorrebbe modificare la costituzione per aggiungere questo articolo, mentre dall’altra parte Annegret Kramp-Karrenabauer, la delfina della cancelliera Angela Merkel, si dice contraria, ricevendo il supporto di Manfred Weber, spitzenkandidat del Partito popolare europeo alle Europee di fine maggio. Entrambi vorrebbero puntare sull’investimento in tecnologie innovative.
La transizione verso l’energia pulita sarà senza dubbio costosa, ma il settore che ne risentirà di più e che già ne sta risentendo è quello delle automobili. Dal Dieselgate in poi la caduta della principale industria tedesca è stata inarrestabile. Le case automobilistiche riescono a fatica a raggiungere i limiti imposti dall’Unione Europea e, già nel 2018, l’associazione dei produttori di automobili ha dichiarato che una riduzione del 35% delle emissioni entro il 2030 è troppo ambiziosa.
“L’elettricità è l’approccio più praticabile per rendere il settore dei trasporti libero dalla Co2. Affinché le auto diventino senza emissioni nell’intera catena produttiva, tuttavia, l’elettricità dovrà essere generata in modo sostenibile”, sostiene Günter Hörmandinger, vicedirettore dell’associazione Agora Verkehrswende. “Questo è l’obiettivo della transizione energetica tedesca. Il suo successo è un prerequisito per rendere le auto rispettose del clima e dare un futuro all’industria automobilistica“.
Lisa Badum, parlamentare dei Grünen, invece, sostiene che “per non perdere la sfida tecnologica, garantire posti di lavoro e sicurezza nella pianificazione per coloro che decidono di investire nell’energia pulita, è necessario un piano chiaro per l’espansione delle energie rinnovabili e una rivoluzione dei trasporti ben pianificata”. Questo, continua Badum, sarà possibile solo “seguendo il modello di Cina e Stati Uniti che puntano su motori a basse emissioni o quello di Francia, Svezia e Paesi Bassi che hanno l’obiettivo, entro i prossimi 10 anni, di bandire i motori a scoppio.”
Da Berlino alle autostrade elettriche
L’iniziativa promosso da alcune associazioni a Berlino è un modo per cercare di raggiungere gli obiettivi della convenzione di Parigi e quelle ben più ampie che impongono una diminuzione dell’85% delle emissioni di Co2 entro il 2050. A questa, si aggiunge l’apertura della prima autostrada elettrificata, la A5 tra Francoforte sul Meno e Darmstadt: un tratto di 5 chilometri dove i tir hanno la possibilità di ricaricarsi attraverso delle linee aeree di contatto. Una sperimentazione che durerà fino al 2022 e che costerà alla stato tedesco circa 30 milioni di euro.
Ma questi sono solo una parte degli sforzi che si stanno facendo in Germania per avviare il paese a una difficile transizione verso l’energia pulita. Infatti, nel 2018 per la prima volta le fonti verdi hanno superato quelle della lignite con un contributo del 40%, ma questo ancora non basta per raggiungere la quota del 65% attesa per il 2030. Intanto, il Paese entro il 2038 abbandonerà completamente il carbone e per questo obiettivo sono stati stanziati circa 40 miliardi di euro.
Le difficoltà del settore auto e la sfida dell’elettrico
Per un Paese dove il settore dell’automotive è l’elemento trainante dell’economia, il Verkehrsvende, ossia la rivoluzione dei mezzi di trasporto, non è un obiettivo semplice. La Germania è penultima, prima solo dell’Italia, nelle previsioni di crescita del Pil nel 2019 della Commissione Ue: +0,5, stima più che dimezzata rispetto alle precedenti. La diminuzione del tasso di crescita tedesco è dovuta proprio all’inarrestabile crisi del settore auto che ha visto finora un calo costante delle vendite, ulteriormente peggiorato dal rallentamento dell’economia cinese e dalla minaccia di dazi di Trump.
L’avvento delle auto elettriche, e-bike e car sharing e i diversi provvedimenti adottati da alcune città per vietare i Diesel oltre all’entrata in vigore dei nuovi standard internazionali più stringenti sulle emissioni, stanno agendo come un freno per tutto il settore automobilistico. Così, l’obiettivo dei costruttori di auto è diventato quello di puntare sul motore elettrico. In primis, Volkswagen e Mercedes che puntano a vendere tra le 50mila e le 100mila auto all’anno con motori elettrici, sfidando Elon Musk e la sua Tesla, e Bosch che sta puntando sulle celle combustibili ad idrogeno con le prime sperimentazioni che stanno avvenendo proprio in questi giorni.
Tra transizione e riconversione
Ma senza dubbio l’obiettivo del paese, o perlomeno delle varie associazioni di cittadini, è quello di avviarsi verso un modello dove le macchine saranno sempre di meno e lo sharing sarà sempre più un punto di riferimento per i pendolari e per gli spostamenti all’interno delle città. A questo si aggiungerebbe un potenziamento del settore ferroviario “decarbonificando” le strade grazie ad un pedaggio basato sul chilometraggio e a delle tasse più alte per i proprietari di mezzi inquinanti. Un cambiamento così radicale andrebbe ad influire notevolmente sull’economia tedesca basata sul settore automobilistico e sul suo indotto, costringendo il governo a degli investimenti di lungo termine per la riconversione di alcuni settori.
Secondo l’associazione Agora Verkehrswende, un cambiamento nella mobilità e un’attenta politica da parte del governo tedesco potrebbero far mantenere un ruolo dominante all’economia tedesca all’interno dell’Ue. Questo avverrebbe grazie ad una vera e propria riconversione verso la produzione di energia pulita e di mezzi di spostamento alternativi che punti alla creazione di industria ad alta tecnologia.
La Cancelliera ‘dell’ambiente’ e quella ‘dell’industria’
Ma prima di tutto bisognerà convincere i tedeschi ad abbandonare la tanto amata automobile. Infatti, secondo un recente sondaggio del quotidiano Tagesspiegel, il 63% dei cittadini non rinuncerebbe al proprio mezzo. Tra questi spiccano coloro che vivono nelle zone rurali, dove i mezzi di trasporto sono meno frequenti e a volte possedere un’auto è indispensabile.
Infine bisognerà vedere cosa deciderà il governo federale e le prossime mosse di Angela Merkel, soprannominata recentemente ‘la Cancelliera dell’ambiente‘ ma spesso accusata di essere anche la Kanzlerin dell’industria delle auto, anche a causa delle accuse di collusione del suo terzo governo con la lobby dei costruttori di automobili.
Fonte: Il Fatto Quotidiano